Il progetto del governo Una strada senza ritorno L’ammirevole decisionismo del presidente del Consiglio tale da illanguidire gli occhi del ministro Boschi, avrebbe avuto miglior causa se, invece di riformare gli articoli della Costituzione riferiti al Senato, avesse riscritto gli art. 2, 3, 23, 36, primo comma, 38, secondo comma, 53 e 117, primo comma. Ovvero, tutti gli articoli posti alla base della sentenza con cui la Consulta ha ritenuto incostituzionale il blocco delle perequazioni del decreto Salva Italia. Invece il governo Renzi, preoccupato della stabilità del sistema, non si è accorto che si sarebbe aperto un buco superiore ai dieci miliardi. E pensare che per colmo dell’ironia, qualche settimana fa, al Tesoro si gongolava all’idea di aver scoperto un tesoretto. Trovare limiti all’incompetenza, alla superficialità e alla spocchia, dentro il governo Renzi è davvero impresa degna di considerazione. Siamo giunti al punto in cui un oscuro sottosegretario si mette a ribattere alla decisione della Corte Costituzionale, smentendo il suo stesso ministro che almeno ha un qualche senso della decenza. Stando al ministro Boschi, il governo avrebbe un progetto, solo che non accorgendosi dell’entità dei danni, pensa di procedere con una legge sul conflitto di interesse. Legge che aspettiamo con ansia: finalmente all’interno del pd si mette un qualche discrimine per impedire che si faccia l’amministratore locale, il sindacalista, il deputato, e magari anche l’alto funzionario, collezionando cariche di tutti i generi senza pudore alcuno. Nelle condizioni in cui ci troviamo, potrebbe anche essere utile, anche se il ministro Boschi si troverà in difficoltà a spiegare ai tanti boiardi disperati del suo partito che l’intento era di colpire Berlusconi. Quanto alla legge elettorale, appena approvata, il ministro è convinto di aver fatto un capolavoro, tale che persino l’Inghilterra dopo il voto di oggi ci dovrà fare un pensierino. Non osiamo commentare, ma almeno il ministro non si faccia particolari illusioni sulla Spagna. Solo ieri il quotidiano El Pais, scriveva nel suo editoriale dedicato all’Italia che il governo Renzi con la sua nuova legge elettorale “sta portando l'Italia lungo una strada senza ritorno”: perché “il consolidamento del bipartitismo provocherà la cancellazione di uno spazio di centro che, a partire dalla metà del XX secolo fino ad oggi, è stata nel bene e nel male la spina dorsale della politica italiana”. Era tesi questa di Giovanni Spadolini, quando vide il superamento politico della democrazia cristiana in luogo di un maggioritario che considerava incapace di dare equilibrio. Questione che il ministro Boschi non comprende, ovvero quella di un sistema elettorale che dopo aver accompagnato l’Italia in una crisi irreversibile, dai tempi del ministero Giolitti al fascismo, è stato riproposto come panacea. I difetti mostrati nei primi anni del secolo scorso sono ancora tutti presenti. Roma, 8 maggio 2015 |